La musa capricciosa dell’alba

Nella mia vita non mancano drammi, ne ho viste di tutti i colori e ho materiale in abbondanza per scrivere, eppure, quando arriva il 7 gennaio, sono comunque in ansia. Stanotte non ho potuto dormire, si è abbattuta su di noi una tempesta, il vento ruggiva tra le querce e colpiva le finestre di casa, apogeo del diluvio biblico delle ultime settimane. Alcuni quartieri della contea sono stati inondati, i pompieri non sono riusciti a far fronte a un disastro di tali proporzioni, la gente si è riversata in strada, con l’acqua alla vita, per mettere in salvo dalla marea ciò che poteva. […]

Le acque più scure

La seconda settimana del dicembre del 1992, non appena cessò la pioggia, tutti noi della famiglia andammo a spargere le tue ceneri, Paula, rispettando le istruzioni che avevi lasciato in una lettera scritta molto prima di ammalarti. Non appena li avvisammo di ciò che era successo, tuo marito Ernesto venne dal New Jersey e tuo padre dal Cile. Riuscirono a congedarsi da te, che riposavi avvolta in un lenzuolo bianco, prima che ti portassimo via per farti cremare. […]

Ogni giorno un romanzo d’appendice

Trascorsi quasi tutto quel 1993 rinchiusa a scriverti, Paula, tra lacrime e ricordi, ma non potei evitare una lunga tournée in varie città statunitensi per promuovere Il piano infinito, un romanzo ispirato alla vita di Willie; era appena uscito in inglese, ma l’avevo scritto due anni prima ed era già stato tradotto in varie lingue europee. Il titolo l’avevo rubato al padre di Willie, che aveva battezzato la sua religione transumante, appunto, “il piano infinito”. […]

Un’anima antica viene in visita

In maggio Willie mi chiamò a New York per raccontarmi che, sfidando i pronostici della scienza e le leggi della probabilità, Jennifer aveva partorito una bambina. Una doppia dose di narcotici aveva scatenato il parto e Sabrina nacque due mesi prima del previsto. Qualcuno chiamò un’ambulanza, che portò Jennifer al più vicino pronto soccorso, un ospedale cattolico privato dove non avevano mai visto nessuno con quel livello di intossicazione. Sabrina si salvò per questo motivo, perché se fosse nata nell’ospedale pubblico dell’umile quartiere di Oakland dove Jennifer viveva, sarebbe stata una neonata tra le centinaia di bambini che nascono per morire, condannati dalle droghe fin dal ventre materno; nessuno si sarebbe accorto di lei e la sua minuscola persona si sarebbe persa nelle crepe del pesante sistema della sanità pubblica. […]

Un nido per Sabrina

Non ebbi dubbi sul fatto che Willie e io ci saremmo occupati di Sabrina: se i genitori non possono farlo, tocca ai nonni, è una legge della natura. Tuttavia scoprii ben presto che non sarebbe stato così facile, non si trattava di andare con un cesto a prendere la bambina all’ospedale quando l’avrebbero dimessa, uno o due mesi dopo. C’erano pratiche da sbrigare. Il giudice aveva già deciso che non l’avrebbero data a Jennifer, ma c’era il suo compagno di mezzo. […]

Cuore gitano

Willie e io ci lanciammo in una di quelle battaglie epocali che fanno storia nella vita di una coppia e che meritano di avere un nome – come la “guerra di Arauco”, espressione che usiamo in famiglia per riferirci a quella che tenne sul piede di guerra i miei genitori per quattro mesi –, ma ora che sono passati molti anni e posso guardare le cose in modo diverso, do ragione a Willie. Se mi bastano le pagine racconterò anche altri tornei epici nei quali ci siamo affrontati, ma credo che nessuno sia stato così violento come quello per Sabrina, perché fu uno scontro di personalità e di culture. […]

Il potente circolo delle streghe

Il giorno successivo era un sabato radioso. La primavera era già estate nel bosco di Tabra, ma non volli andare a camminare con lei, come facevamo sempre i fine settimana. Chiamai invece per telefono le cinque donne che insieme a me formano il circolo delle Sorelle del Perpetuo Disordine. Prima che entrassi nel gruppo, loro, già da anni, si trovavano per condividere le loro vite, meditare e pregare per gente malata o nei guai. Ora che sono una di loro, ci scambiamo anche i cosmetici, beviamo champagne, ci rimpinziamo di cioccolatini e a volte andiamo all’opera, perché la pratica spirituale nuda e cruda mi deprime un po’. […]

Giorni di luce e di lutto

A settembre Celia partorì Nicole con la stessa calma con la quale aveva accolto Andrea sedici mesi prima. Sopportò un travaglio di dieci ore senza un lamento, sostenuta da Nico, mentre io li osservavo, pensando che mio figlio non era più il bambino che continuavo a trattare come se fosse mio, ma un uomo che si assumeva serenamente la responsabilità di una moglie e tre figli. […]

Una nuora particolare

Permettimi di tornare indietro di cinque anni per ricordarti come tua cognata fece la sua apparizione nelle nostre vite. Nel 1988 vivevo con Willie in California, tu studiavi in Virginia e Nico, da solo a Caracas, concludeva l’ultimo anno di università. Per telefono, tuo fratello mi aveva annunciato che si era innamorato di una compagna di corso e voleva venire a trovarci con lei, perché facevano sul serio. Gli domandai senza giri di parole se dovevo preparare una stanza o due e mi spiegò, con quel tono dalla sfumatura ironica che ben conosci, che secondo i precetti dell’Opus Dei dormire con il fidanzato è un’efferatezza imperdonabile. I genitori della ragazza erano indignati all’idea del peccato che commettevano viaggiando insieme senza essere sposati, anche se lei aveva venticinque anni, con l’aggravante di andare a casa di una cilena divorziata, atea, comunista e autrice di libri proibiti dalla Chiesa: io. “Giusto quello che ci mancava…” pensai. […]

Tè verde per la tristezza

Willie si rendeva conto, con disperazione, che Jennifer si stava suicidando poco alla volta. Un’astrologa gli aveva detto che sua figlia si trovava “nella casa della morte”. Secondo Fu, ci sono anime che cercano inconsciamente di raggiungere l’estasi divina attraverso la strada spedita delle droghe; forse Jennifer aveva bisogno di scappare dalla cruda realtà di questo mondo. […]

Una bambina con tre madri

A Jennifer era permesso vedere Sabrina ogni due settimane durante visite sorvegliate, e in quelle occasioni potevo invariabilmente constatare quanto si stesse aggravando la figlia di Willie. Il suo aspetto peggiorava di volta in volta, come spiegavo per lettera a mia madre e alla mia amica Pía. In Cile, entrambe fecero delle donazioni all’orfanotrofio di padre Hurtado, l’unico santo cileno che perfino i comunisti venerano ritenendolo capace di grandi miracoli e pregarono perché Jennifer invertisse la rotta e si salvasse la vita. In realtà solo un intervento divino poteva aiutarla. […]

Minuscoli miracoli quotidiani

Il 6 dicembre arrivò il primo anniversario della tua morte. Volevo ricordarti bella, semplice, contenta, vestita da sposa o mentre, a Toledo, saltavi le pozzanghere sotto la pioggia con un ombrello nero; ma di notte, nei miei incubi, mi assalivano le immagini più tragiche: il tuo letto d’ospedale, il ronzio del respiratore, la sedia a rotelle, il fazzoletto con cui poi coprivamo il buco della tracheotomia, le tue mani irrigidite. […]

Marijuana e silicone

Nonna Hilda, infaticabile, minuta e allegra, si era arrangiata per tutta la vita in modo da evitare tutto ciò che poteva provocarle angoscia; era questo probabilmente il segreto del suo sorprendente buon carattere. Aveva una bocca da santa: non parlava male di nessuno, rifuggiva le discussioni, sopportava senza fiatare la stupidità altrui e quando voleva poteva diventare trasparente. […]

L’angelo della morte

Durante l’autunno di quell’anno, quando in casa si respirava un insolito clima di pace e cominciavamo ad abbandonarci a un pericoloso senso di appagamento, venne a farci visita un angelo della morte. Si trattava del compagno di Jennifer, confuso, con il viso gonfio dei bevitori incalliti. Con la sua parlata strascicata, che Willie riusciva a stento a decifrare, annunciò che Jennifer era sparita. […]

Vita in famiglia

Nel 1994, il Ruanda compariva frequentemente sui giornali. Le notizie del genocidio erano talmente terribili che si faceva fatica a crederci: bambini assassinati, donne incinte squarciate a coltellate per estirpare il feto dal ventre, intere famiglie assassinate, centinaia di orfani affamati che vagavano per le strade, villaggi bruciati con tutti gli abitanti.
“Cosa gliene importa al mondo di quello che succede in Africa? In fondo a morire sono solo dei poveri negri” commentava Celia, indignata, con quella passione incendiaria che metteva in ogni cosa. […]

Messaggi

Paula uscì in Spagna con una tua foto in copertina, scattata da Willie, nella quale appari sorridente e piena di vita, con quella chioma scura che ti copre come un manto. Ben presto iniziarono ad arrivarmi centinaia di lettere, che riempivano interi cassetti dell’ufficio; a Celia non bastava il tempo per metterle in ordine e rispondere. Per anni avevo ricevuto missive di lettori entusiasti, anche se, debbo ammetterlo, non tutte erano motivate da simpatia nei confronti dei miei libri: alcune non erano che richieste, come quella di un romanziere di sedici opere inedite, che mi offriva galantemente di associarmi con lui e dividere a metà i diritti d’autore, o quella di un paio di cileni in Svezia che mi chiedevano i biglietti aerei per tornare in Cile, perché per colpa di mio zio Salvador Allende erano dovuti andare in esilio. […]

Quattro minuti di celebrità

Il film tratto dal mio primo romanzo, La casa degli spiriti, fu annunciato con la grancassa perché vantava un formidabile cast delle grandi stelle di allora: Meryl Streep, Jeremy Irons, Glenn Close, Vanessa Redgrave, Winona Ryder e il mio preferito, Antonio Banderas. Ora che ripenso a loro a diversi anni di distanza mi sembrano tutti attori antichi quanto quelli del cinema muto. Il tempo è implacabile. […]

Il perfido Babbo Natale

Ma torniamo indietro, per non perdere il filo, Paula. Ci affezionammo a Sally, la ragazza di Jason, una giovane discreta e di poche parole, che si teneva in secondo piano, anche se sempre attenta e presente. Aveva un tocco da fata madrina con i bambini. Era bassa, bella ma non appariscente, con i capelli biondi lisci e senza un filo di trucco; sembrava una quindicenne. Lavorava in un centro di giovani delinquenti, dove ci voleva coraggio e fermezza. Si alzava presto, partiva e non la vedevamo più fino a sera, quando arrivava trascinandosi per la fatica. […]

Un enorme macigno

Celia e Willie discutevano gridando con la stessa passione tanto per sciocchezze quanto per questioni fondamentali.
“Mettiti la cintura di sicurezza, Celia” le diceva lui in auto.
“Non è obbligatorio usarla nel sedile posteriore.”
“Sì che lo è.”
“No!”
“Non me ne importa un accidenti se è obbligatorio o no! Questa è la mia macchina e sto guidando io! Mettiti la cintura o scendi!” sbuffava Willie, rosso di rabbia.
“Cazzo! Allora scendo!” […]

Ballo da sala e cioccolato

Uno degli psicologi – ce n’erano diversi a nostra disposizione – consigliò a me e a Willie di condividere attività divertenti e non solo obblighi. Avevamo bisogno di più leggerezza e di più svaghi nelle nostre vite. Proposi a mio marito di prendere lezioni di ballo da sala, perché al riguardo avevamo visto un film australiano, Strictly Ballroom, e immaginavo noi due danzare illuminati da lampadari di cristallo, lui con lo smoking e le scarpe bicolori, e io con un vestito di lustrini e piume di struzzo, eterei, aggraziati, i nostri movimenti precisamente a ritmo, in perfetta armonia, come speravamo che un giorno sarebbe stata la nostra coppia. […]

Pazzi nanetti

Willie e io realizzammo con stupore che eravamo insieme da nove anni; ora camminavamo con passo molto più fermo. A quanto lui dice, sin dal primo momento aveva sentito che ero la sua anima gemella e mi aveva accettato completamente, ma per me non è stato così. Ancora oggi, a distanza di mille anni, mi meraviglia il fatto che nella vastità del mondo ci siamo trovati, abbiamo sentito attrazione l’uno per l’altra e siamo riusciti a superare difficoltà, che a volte sembravano impossibili, per formare la nostra coppia. […]

Lucertola piumata

Tabra, l’avventurosa della tribù, diverse volte all’anno compiva viaggi in luoghi lontani, specialmente in quelli che il Dipartimento di stato riteneva sconsigliabili per gli americani perché pericolosi, come il Congo, o perché politicamente all’estremo opposto, come Cuba. Aveva percorso il mondo in lungo e in largo, in condizioni primitive, con l’umiltà di un pellegrino e da sola, fino a quando non conobbe un uomo disposto ad accompagnarla. […]

Il pozzo vuoto

Nell’estate del 1996, a Oklahoma City, un razzista impazzito fece saltare in aria un edificio federale con un camion carico di duemila chili di esplosivo. Ci furono cinquecento feriti e centosessantotto morti, tra cui diversi bambini. Una donna rimase intrappolata sotto un ammasso di cemento e per liberarla dovettero amputarle una gamba senza anestesia. La notizia produsse in Celia tre giorni di afflizione, disse che sarebbe stato meglio se quella povera disgraziata fosse morta, visto che nella tragedia non solo aveva perso la gamba, ma anche la madre e i due figli piccoli. La sua reazione fu simile a quella che aveva con altre brutte notizie sulla stampa; era priva di difese contro il mondo esterno. […]

Compagno di viaggio

In confronto a Lucertola Piumata, il mio compagno di viaggio, Willie, è una vera mamma: si occupa di me. E in confronto alle spedizioni di Tabra ai confini del pianeta, i miei viaggetti di lavoro risultavano patetici, anche se mi sfinivano lo stesso. […]

Chi vuole una bambina?

Sirinder, la nostra guida, possedeva la perizia e il coraggio necessari per muoversi nel traffico della città evitando automobili, autobus, asini, biciclette e più di una vacca affamata. Nessuno aveva fretta – la vita è lunga –, eccetto le motociclette che zigzagavano veloci come siluri con cinque passeggeri a bordo. Sirinder si rivelò un uomo di poche parole, e Tabra e io imparammo a non fargli domande perché rispondeva solo a Willie. […]

Una voce nel palazzo

Il palazzo del maharaja, tutto di marmo, si ergeva nel giardino dell’Eden, dove non esisteva il tempo, il clima era sempre mite e l’aria odorava di gardenie. L’acqua delle fontane scivolava attraverso sinuosi canali tra fiori, gabbie di uccelli dorate, parasoli di seta bianca, superbi pavoni reali. Il palazzo apparteneva ora a una catena internazionale di hotel che aveva avuto il buon gusto di conservarne l’originale incanto. Il maharaja, sul lastrico, ma con la dignità intatta, occupava un’ala dell’edificio, protetto dalla curiosità degli estranei da un paravento di giunchi e viole del pensiero. […]

Niente per cui ringraziare

Il disastro – non mi viene in mente un’altra parola per definirlo – si scatenò alla fine di novembre, il Giorno del Ringraziamento. Certo, sembra ironico, ma in questo genere di cose le date non si scelgono. […]

Venti contrari

Il crollo della famiglia non avvenne da un giorno all’altro, si protrasse per diversi mesi durante i quali Nico, Celia e Sally si dibatterono nell’incertezza, ma non persero mai di vista i bambini. Nonostante il caos, cercarono di proteggerli quanto più potevano. Fecero di tutto per dare loro molto affetto, ma in questi drammi la sofferenza è inevitabile. […]

Ma continuiamo a navigare

Le mie Sorelle del Disordine aggiunsero un’altra candela sui loro altari, oltre a quelle che avevano già per Sabrina e Jennifer, per pregare per il resto della mia scombinata famiglia e perché io potessi tornare a scrivere, visto che da parecchio tempo cercavo tutte le scuse per non farlo. Si avvicinava l’8 di gennaio e non mi sentivo in grado di scrivere narrativa; avrei potuto costringermi alla disciplina, ma mi mancava la scioltezza, anche se il viaggio in India mi aveva riempito la testa di immagini e colori. […]

Una tribù molto chiacchierata

Nei primi tempi parlavo al telefono nascosta in bagno per concordare appuntamenti clandestini con Celia. Willie mi sentiva bisbigliare e cominciò a sospettare che avessi un amante, nulla di più lusinghiero, perché bastava vedermi nuda per capire che non avrei mostrato le mie carni a nessun altro che a lui. Ma in realtà mio marito non aveva forze sufficienti anche per gli attacchi di gelosia. In quel periodo aveva per le mani più casi legali che mai e non si dava ancora per vinto con quello di Jovito Pacheco, il messicano caduto da un’impalcatura di un edificio in costruzione a San Francisco. […]

Inizia l’autunno

Secondo il dizionario, l’autunno non è solo la stagione dorata dell’anno, ma anche l’età in cui si smette di essere giovani. A Willie mancava poco ai sessanta e io percorrevo con passo ancora fermo il decennio dei cinquanta, ma la mia gioventù era finita insieme a te, Paula, nel corridoio dei passi perduti di quell’ospedale di Madrid. […]

In cattive mani

A proposito di chirurgia plastica, un mercoledì all’alba mi chiamò Tabra un po’ inquieta, con la novità che uno dei suoi seni era scomparso.
“Stai scherzando?”
“Si è sgonfiato. Un lato è piatto, ma l’altro seno è come nuovo. Non mi fa male. Credi che debba andare dal medico?”
Andai immediatamente a prenderla e la portai dal chirurgo che l’aveva operata, che ci assicurò che non era colpa sua, ma della fabbrica di protesi: a volte sono difettose, si rompono e il liquido si diffonde per il corpo. […]

In cerca di una fidanzata

Nico diventò molto bello. Portava i capelli lunghi come un apostolo e gli si erano accentuati i lineamenti del nonno, occhi grandi con palpebre languide, naso aristocratico, mascella quadrata, mani eleganti. Era inspiegabile che non ci fosse una dozzina di donne assiepate davanti alla porta di casa sua. Di nascosto da Willie, che non capisce niente di queste cose, Tabra e io decidemmo di cercargli una ragazza, esattamente quello che avresti fatto tu in quelle circostanze, figlia mia, sicché non mi sgridare. […]

Cinque colpi di pistola

Lori superò le prove con il massimo dei voti. Era esattamente come l’aveva descritta Amanda: di mente chiara e bontà naturale. Con discrezione ed efficienza alleggeriva il carico delle compagne, risolveva le piccole seccature e smussava gli inevitabili attriti. Aveva buone maniere, cosa fondamentale per la sana convivenza, gambe lunghe, che non guastano mai, e una risata franca che avrebbe sicuramente sedotto Nico. […]

Nei panni di mezzana

L’Amazzonia accese la mia immaginazione. In poche settimane finii di scrivere Afrodita e vi aggiunsi le ricette erotiche della cucina di Dadá a Bahía e altre inventate da mia madre e poi chiesi a Lori di curare la grafica del libro, un buon pretesto per iniziare a familiarizzare. […]

Suocera infernale

Ti ho detto che “a volte” capitavo lì, ma la verità è che avevo le chiavi di casa di Nico e di Lori ed ero abituata male: arrivavo a qualunque ora senza preavviso, interferivo nella vita dei miei nipoti, trattavo Nico come se fosse un bambino… insomma, ero una suocera perniciosa. […]

Lori entra dall’ingresso principale

Quello fu un periodo di grandi assestamenti nei rapporti di famiglia. Credo che il mio bisogno di creare e mantenere una famiglia o, per meglio dire, una piccola tribù, sia stato presente in me fin da quando mi sposai, a vent’anni; si acutizzò quando abbandonai il Cile, visto che quando arrivai in Venezuela, con il mio primo marito e i bambini, non avevamo amici né parenti eccetto i miei genitori, anche loro rifugiati a Caracas, e si consolidò definitivamente quando divenni un’immigrata negli Stati Uniti. […]

I cavalieri della Mongolia

A metà di quell’anno feci un sogno spettacolare e lo annotai per raccontarlo a mia madre, come io e lei sempre facciamo. Non c’è niente di più noioso che ascoltare i sogni degli altri; per questo gli psicologi si fanno pagare bene. Nel nostro caso i sogni sono fondamentali, perché ci aiutano a capire la realtà e a portare alla luce quello che è sepolto nelle caverne dell’anima. […]

Un matrimonio memorabile

Nel gennaio del 1999, due anni dopo la prima notte trascorsa insieme, Nico e Lori si sposarono. Fino a quel momento lei non aveva voluto perché non le sembrava necessario, ma Nico riteneva che i bambini avevano vissuto un periodo con molti scossoni e si sarebbero sentiti più tranquilli se loro si fossero sposati. […]

In Cina, verso l’amore

Tong accettò di partecipare a un evento sociale per la prima volta nei trent’anni di lavoro come contabile nell’ufficio di Willie. Ci eravamo rassegnati a non invitarlo, tanto non veniva mai, ma le nozze di Nico e Lori erano un avvenimento importante persino per un uomo introverso come lui. “È obbligatorio venire?” chiese. Lori gli disse di sì, cosa che nessuno prima aveva mai osato fare. Si presentò da solo, perché sua moglie, dopo anni e anni di notti nello stesso letto senza parlarsi, aveva finalmente chiesto il divorzio. […]

Tempi di tormenta

Agli occhi di mia madre la qualità migliore di Willie è che “è collaborativo”. A lei non sarebbe mai venuto in mente di telefonare allo zio Ramón in ufficio per dirgli di passare a comprare delle sardine per la cena, o di chiedergli di togliersi le scarpe, di salire su una sedia e pulire con il piumino la parte superiore di qualche mobile, richieste che Willie soddisfa senza far storie. Per me, invece, la cosa più ammirevole di mio marito è il suo ostinato ottimismo. Non c’è modo di abbattere Willie. […]

Un’altra casa per gli spiriti

Sulla cima della stessa collina su cui si trovava la nostra casa misero in vendita un terreno di circa cento ettari con più di cento vecchie querce e una vista superba della baia. Willie non mi lasciò in pace finché non acconsentii a comprarlo, nonostante mi sembrasse un capriccio superfluo. Lui si impossessò del progetto e decise di costruire la vera casa degli spiriti. “Hai la mentalità della castellana, hai bisogno di qualcosa alla tua altezza. E io ho bisogno di un giardino” disse. […]

Scrivendo di getto

Non ci eravamo ancora ripresi dal breve contatto con la notorietà nel mondo del cinema, che uscì D’amore e ombra, il film ispirato al mio secondo romanzo. L’attrice, Jennifer Connelly, assomiglia così tanto a te – magra, il collo lungo, le sopracciglia folte, i capelli lisci e scuri –, che non riuscii a vedere il film sino alla fine. C’è un momento in cui lei è in un letto d’ospedale e il suo compagno, Antonio Banderas, la solleva tra le braccia e la porta in bagno. Ricordo una scena identica, tu ed Ernesto, poco prima che entrassi in coma. […]

Il labirinto delle pene

Nico si rimise dal mal di schiena, i livelli di porfiria iniziarono a scendere e cominciò a pensare seriamente alla possibilità di cambiare lavoro. Inoltre si mise a fare yoga e sport: sollevare pesi senza necessità, nuotare avanti e indietro da Alcatraz nelle acque gelide della Baia di San Francisco, pedalare in bicicletta sessanta miglia su e giù per le colline, correre da un villaggio all’altro come un fuggitivo… Spuntarono muscoli in posti impensati e divenne capace di preparare le crêpe nella posizione yoga dell’albero: su un piede solo, l’altro appoggiato sull’interno della coscia, un braccio alzato e l’altro impegnato col frullatore, mentre recitava la parola sacra oooom. Un giorno venne a fare colazione da me e non lo riconobbi. Il principe del Rinascimento si era trasformato in un gladiatore. […]

Sposa su ordinazione

Lili arrivò dalla Cina con un visto di fidanzamento di tre mesi, alla fine dei quali doveva sposarsi con Tong o tornare al suo paese. Era una donna sana e graziosa, che sembrava di vent’anni, anche se ne aveva all’incirca trenta, ed era poco contaminata dalla cultura occidentale come desiderava il suo futuro marito. Inoltre, non parlava una sola parola di inglese; tanto meglio, così sarebbe stato molto più facile tenerla sottomessa, pensò la futura suocera, che sin dall’inizio applicò il metodo tradizionale di rendere impossibile l’esistenza alla nuora. […]

Magia per i nipoti

Una volta concluso Ritratto in seppia, fui perseguitata da una promessa che non potevo più continuare a rimandare: scrivere tre romanzi d’avventura per Alejandro, Andrea e Nicole, uno per ognuno. […]

L’impero del terrore

Martedì 11 settembre 2001 mi trovavo sotto la doccia quando squillò il telefono, di mattina presto. Era mia madre, dal Cile, terrorizzata dalla notizia che ancora noi ignoravamo: ci sono tre ore di differenza di fuso orario tra la California e l’altra costa del paese e ci eravamo appena svegliati. Sentendo la sua voce pensai che mi stesse parlando dell’anniversario del golpe militare in Cile, un altro attentato terroristico contro una democrazia, che ogni anno ricordiamo come un dolore: martedì, 11 settembre 1973. […]

Juliette e i bambini greci

Mentre facevo le ricerche per la trilogia dei ragazzi, nella libreria Book Passage conobbi Juliette, una ragazza americana molto bella e molto incinta che a stento riusciva a tenersi in equilibrio per la pancia più straordinaria che avessi mai visto. Aspettava due gemelli, ma non erano suoi, bensì di un’altra coppia; lei aveva solo prestato il ventre, mi disse. Era un’iniziativa altruista da parte sua e quando conobbi la sua storia mi sembrò una vera follia. […]

Jason e Judy

Agli occhi di mia madre la qualità migliore di Willie è che “è collaborativo”. A lei non sarebbe mai venuto in mente di telefonare allo zio Ramón in ufficio per dirgli di passare a comprare delle sardine per la cena, o di chiedergli di togliersi le scarpe, di salire su una sedia e pulire con il piumino la parte superiore di qualche mobile, richieste che Willie soddisfa senza far storie. Per me, invece, la cosa più ammirevole di mio marito è il suo ostinato ottimismo. Non c’è modo di abbattere Willie. […]

Le madri buddhiste

Fu e Grace non avevano adottato Sabrina, non avevano pensato che fosse indispensabile, ma a un certo punto il vecchio convivente di Jennifer uscì di prigione, dove era andato a finire per chissà quale reato, e manifestò l’intenzione di vedere sua figlia. Non aveva mai accettato di sottoporsi all’esame del Dna per provare la sua dubbia paternità, e in ogni caso aveva già perso i diritti su di lei; ciononostante la sua voce al telefono mise all’erta le madri. […]

Il nano pervertito

Un giorno ci invitarono a un cocktail a San Francisco e andai di malavoglia; accettai solo perché Willie me lo chiese. Un aperitivo è una prova terribile per chiunque, Paula, ma peggiore per le persone della mia statura, soprattutto in un paese di gente alta; […]

Preghiere

Con una nonna come la mia, che mi iniziò molto presto all’idea che il mondo è magico e che tutto il resto non sono che manie di grandezza di noi esseri umani, visto che non controlliamo quasi nulla, sappiamo molto poco e basta dare un’occhiata alla Storia per comprendere i limiti della ragione, non è strano che tutto mi sembri possibile. […]

Il drago d’oro

L’auge del movimento evangelico mi offrì l’argomento per il secondo volume della trilogia. La destra cristiana – che i repubblicani nel 2000 mobilitarono con grande successo per vincere le elezioni presidenziali – era sempre stata molto numerosa, ma non aveva mai determinato la politica di questo paese, che ha una solida vocazione secolare. Durante la presidenza di George W. Bush gli evangelici ottennero meno di quello che avevano in programma, ma a ogni modo produssero cambiamenti notevoli. In molti istituti educativi non si menziona più la teoria dell’evoluzione, bensì quella del “disegno intelligente”, eufemismo per la versione biblica della Creazione. […]

Missione disastrosa

Il tema del terzo volume della trilogia mi si presentò spontaneamente durante una marcia per la pace alla quale partecipò tutta la mia famiglia, dopo avere assistito alla funzione domenicale in una chiesa metodista famosa a San Francisco: la Glide Memorial Church. Lì si crea una mescolanza di razze, idee e persino religioni, perché è luogo d’incontro tra buddhisti, cattolici, ebrei, protestanti, qualche musulmano e qualche agnostico desiderosi di partecipare a una celebrazione di cantici e abbracci più che di preghiere. […]

Yemayá e la fertilità

La primavera del 2003 scatenò un frenetico desiderio di riproduzione nella mia famiglia. Lori e Nico, Ernesto e Giulia, Tong e Lili, tutti volevano avere un figlio, ma per una strana coincidenza nessuno riusciva a soddisfare tale aspirazione con i mezzi naturali e dovettero fare ricorso alle invenzioni della scienza e della tecnologia, metodi costosissimi che mi toccò finanziare. […]

Traffico di organi

Lili, la giovane sposa di Tong, sopportò per un anno i soprusi della suocera, fino a quando l’arrendevolezza non le si esaurì. Se suo marito non fosse intervenuto, l’avrebbe strangolata a mani nude – un omicidio facile, visto che la signora aveva un collo da gallina. Il putiferio che scoppiò doveva essere di proporzioni colossali e il Dipartimento di polizia di San Francisco fu costretto a mandare un ufficiale che parlava cinese per separare gli abitanti di quella casa. […]

I bambini che non arrivarono

Per tre volte impiantarono a Juliette gli embrioni di laboratorio formati dagli ovuli della donatrice brasiliana e dallo sperma di Nico. In tutte e tre le occasioni la nostra tribù rimase per settimane con l’anima appesa a un filo in attesa dei risultati. Facemmo appello alle risorse magiche di sempre. […]

Striptease

Willie e Lori hanno lavorato insieme per anni nel bordellodi Sausalito, condividendo persino il bagno. È divertente osservare il rapporto di queste due persone che non potrebbero essere più diverse. Al disordine, alla fretta e alle imprecazioni di Willie, Lori oppone calma, rigore, precisione e finezza. A mezzogiorno lui mangia salsicce piccanti che perforerebbero l’intestino di un rinoceronte e lasciano odore di aglio dappertutto, Lori pilucca insalata macrobiotica con tofu. […]

Il mio scrittore preferito

A dispetto di quanto ci si sarebbe potuto aspettare, i miei giudizi lapidari sul romanzo di Willie con il suo nano pervertito non provocarono tra noi una guerra, come sarebbe accaduto se a Willie fosse venuta la temeraria idea di fare una critica negativa ai miei libri, ma era evidente che io non ero la persona adatta per aiutarlo, aveva bisogno di un editor professionista. In quella comparve una giovane agente letteraria che all’inizio si interessò molto al libro e si dedicò a gonfiare l’ego di mio marito; tuttavia, poco alla volta, le si raffreddò l’entusiasmo. […]

Una coppia borghese

Nel febbraio del 2004 il sindaco di San Francisco annunciando la legalizzazione delle unioni omosessuali commise un errore politico, perché galvanizzò la destra cristiana in difesa dei “valori della famiglia”. Quello stesso anno, impedire il matrimonio tra gay divenne il vessillo politico dei repubblicani per la rielezione di Bush; è stupefacente che tutto ciò sia pesato, al momento del voto, più della guerra in Iraq. […]

Gemelle e monete d’oro

Le gemelle di Ernesto e Giulia nacquero in una soleggiata mattina di giugno del 2005. Riuscii ad arrivare all’ospedale nel momento in cui Ernesto aveva appena ricevuto le sue due figlie ed era seduto, in lacrime, con due pacchetti rosa nelle braccia. Anch’io mi misi a piangere di gioia, perché quelle creature rappresentavano una conclusione definitiva alla vedovanza e l’inizio di un’altra tappa nella vita di quest’uomo. […]

Doña Inés e Zorro

Mentre Tabra si preparava a emigrare, io ero immersa nelle ricerche su un argomento cui lavoravo da quattro anni: la fantastica epopea di centodieci eroiche canaglie che nel 1540 conquistarono il Cile. Con loro c’era una donna spagnola, Inés Suárez, sarta della città estremegna di Plasencia, che era andata nelle Americhe in cerca del marito ed era arrivata così fino in Perú, dove aveva scoperto di essere vedova. Invece di tornare in Spagna, era rimasta nel Nuovo Mondo e più tardi si era innamorata di Pedro de Valdivia, un hidalgo il cui sogno era “lasciare fama e gloria di me”, come assicurava nelle sue lettere al re di Spagna. […]

L’estate

Arrivò l’estate con la sua abituale baraonda di api e scoiattoli; il giardino era al suo apogeo come anche le allergie di Willie, che comunque non rinuncerà mai a contare i petali di ogni rosa. Le allergie non gli impediscono di affannarsi con grigliate monumentali alle quali anche Lori partecipa, perché ha abbandonato la sua lunga pratica vegetariana dopo che il dottor Miki Shima, vegetariano quanto lei, l’ha convinta che ha bisogno di più proteine. […]

Riti di iniziazione

Nell’estate del 2005 finii di scrivere Inés dell’anima mia, e mandai il manoscritto a Carmen Balcells con un sospiro di sollievo, perché era stato un progetto faticoso, e poi andammo con Nico, Lori e i bambini a fare un safari in Kenia. Per diverse settimane rimanemmo accampati con i samburu e i masai per assistere alla migrazione degli gnu, milioni di bestie simili a vacche nere che correvano spaurite dal Serengeti a Masai Mara, epoca di orgia per gli altri animali, che giungono per divorare quelli che rimangono indietro. […]

Amore proibito

Juliette non aveva lavorato durante i mesi in cui si era preparata a portare in grembo il bambino di Lori e Nico perché aveva dovuto sottoporsi al bombardamento di droghe per la fertilità. La famiglia si era incaricata di occuparsi di lei, com’era logico, ma una volta che quell’illusione fu svanita, andò a cercarsi un lavoro. Venne assunta da un investitore che aveva in mente di comprare arte asiatica a San Francisco per le sue gallerie di Chicago. Ben aveva cinquantasette anni ben portati e doveva avere molti soldi, perché era splendido come un duca. […]

La nonna se ne va con te

Da qualche tempo la Nonna Hilda viveva con sua figlia a Madrid, dove lei e il suo secondo marito erano in missione diplomatica. Nell’ultimo anno non era più venuta a trascorrere lunghi periodi da noi, come prima, perché era invecchiata improvvisamente e aveva paura a viaggiare da sola. Negli anni sessanta, in Cile, io ero una giovane giornalista che per sopravvivere faceva l’equilibrista con tre lavori contemporaneamente, ma l’arrivo dei miei due figli non mi complicò la vita, perché potevo contare su un aiuto. Le mattine, prima di andare a lavorare, passavo a lasciarti a casa di mia suocera, l’adorabile Granny, o dalla Nonna Hilda, che ti accoglievano avvolta in uno scialle, addormentata, e ti accudivano per ore finché io non tornavo a prenderti nel pomeriggio. […]

Riflessioni

Nel 2006 ho cominciato queste pagine. Con gli anni, il mio rituale dell’8 gennaio si è complicato perché non ho più l’arrogante certezza della gioventù. Buttarmi in un nuovo libro è impegnativo quanto innamorarmi, un impulso incauto che esige fanatica dedizione. Con ognuno di loro, come di fronte a un nuovo amore, mi chiedo se mi basteranno le forze per scriverlo e se un progetto simile valga la pena: ci sono troppe pagine inutili, troppi amori frustrati. […]

La tribù riunita

Andrea entrò all’improvviso nell’adolescenza. Una sera di novembre apparve in cucina, dove la famiglia era riunita, con le lenti a contatto, le labbra dipinte, un vestito bianco lungo, sandali argentati e degli orecchini di Tabra che aveva scelto per cantare nel coro della scuola alla festa di Natale. Non riconoscemmo quella dorata bellezza di Ipanema, sensuale, dall’aria distante e misteriosa. Eravamo abituati a vederla nei suoi jeans trasandati, scarponi da esploratore e un libro in mano. […]

Ora di riposare

Siamo arrivati a dicembre e il panorama è cambiato per la nostra tribù e per il nostro paese. Tabra è andata a Bali; i miei genitori, in Cile, stanno vivendo i tempi supplementari, hanno rispettivamente ottantacinque e novant’anni; Nico ha compiuto i quaranta, e finalmente, come dice Lori, è un uomo maturo; i nipoti sono entrati in pieno nell’adolescenza e presto si allontaneranno dalla nonna ossessiva che li chiama ancora “i miei bambini”. […]

Un luogo silenzioso

La notte nel deserto ha la profondità insondabile del fondo del mare. Le stelle, infinite, ricamavano un cielo nero senza luna, e la terra, raffreddandosi, emanava un’esalazione densa, come alito di animale. Accendemmo tre grosse candele, che riflettevano la loro luce cerimoniale sull’acqua della vasca idromassaggio. Poco a poco il silenzio ci liberò della tensione accumulata dal tanto affannarsi e affannarsi. Al mio fianco c’è sempre un invisibile e implacabile sorvegliante, frusta alla mano, che mi critica e mi dà ordini: “Su, alzati! Sono le sei di mattina e devi lavarti i capelli e portare a spasso la cagnolina. Non mangiare pane! O credi di perdere peso per magia? Ricorda che tuo padre era obeso. Devi rifare il tuo discorso, è pieno di cliché, e il tuo romanzetto è un disastro, scrivi da un quarto di secolo e non hai imparato niente”. […]