Le recensioni dei lettori

Le recensioni arrivate alla redazione:

Paula
di Lorenza Rodio

Paula di Isabel Allende si presenta come il libro più completo dell’autrice. Il testo, infatti, ci spiega i retroscena e la nascita di quei personaggi che popolano gli altri romanzi. Nel corso della lettura ci rendiamo conto che incontri voluti o fortuiti con persone particolari che la talentuosa scrittrice ha avuto nel corso della sua esistenza, hanno caratterizzato speciali figure diventate protagoniste o figure secondarie delle sue trame. E seppure brevi sono le “apparizioni” di determinati personaggi, l’autrice non li descrive come semplici comparse; se un personaggio viene citato, infatti, certamente avrà una parte significativa nelle pagine successive. Le persone più importanti della sua vita, in particolare, hanno un ruolo importante nei suoi testi; pensiamo, ad esempio, all’adorata nonna idealizzata in Clara, chiarissima, chiaroveggente, onnipresente nella vita dell’autrice anche da morta e soprattutto nei momenti più difficili, come nella malattia dell’amata Paula.
In Paula fin dalle prime pagine si percepisce una forte tensione emotiva, scaturita dal viscerale e infinito amore che la scrittrice dimostra alla figlia attraverso gesti e parole uniche e irripetibili; queste ultime sono il simbolo dell’atavico sentimento che ogni madre nutre per i propri figli. Ma Isabel non vuole soltanto tramortire il lettore con le emozioni, anche se il romanzo nasce da una lettera privata che l’autrice inizia a scrivere appena Paula cade in un sonno senza ritorno. C’è anche un lavoro tecnico, ma non freddo e distaccato, che rende piacevole la lettura e chiede al lettore di stare attento e lo costringe a divorare le pagine per scoprire i dettagli di una vita romanzesca. Ci sono riferimenti politici e storici, come il Golpe in Cile, ad opera di Pinochet e delle truppe armate ai danni di Salvador Allende e soprattutto della democrazia del paese e della libertà di persone innocenti. Da quel momento e per molti anni, il Cile conoscerà solo terrore e violenza.
Nel testo c’è una lettura della società cilena, la riflessione su matriarcato e patriarcato, la descrizione che la scrittrice fa della sua famiglia, del suo lavoro da giornalista e la sua attività da femminista; e soprattutto uno spazio alla descrizione dei suoi amori. Ci sono episodi molto forti che scuotono il lettore e lasciano dei dubbi, ad esempio: chi ha ucciso, infine, l’uomo che conduce la piccola Isabel nel bosco a 8 anni?
Ma dopo queste riflessioni che fanno tirare un sospiro di sollievo, solo in alcuni punti, siamo nuovamente dirottati nella stanza d’ospedale in cui Paula lotta con la morte, a causa di una malattia che l’ha resa quasi inanimata come una bambola; respira e si nutre solo grazie alle macchine, le funzioni celebrali, si scoprirà infine, sono gravemente compromesse. E allora cosa dovrebbe fare una madre? Sperare in una ripresa o nella conclusione di un tale stato di sofferenza? Anche se i medici assicurano ad Isabel che sua figlia non soffre. Ma chi può dirlo con certezza?
Amore è la parola chiave di questo romanzo e non è il solito sentimento sbandierato, vuoto, artificiale; è concreto questo amore, carnale, delicato. La figlia come una neonata ritorna nel grembo della madre e necessita di nuovo delle sue cure, perché altrimenti sarebbe persa. Pensiamo forse che le cure mediche possano lenire tutti i dolori? Forse, ma senza l’affetto dei familiari e della madre, in particolare, una tale degenza sarebbe istantaneamente letale. Siamo sicuri di questo; è stato l’amore a prolungare la vita di Paula, ad accompagnarla fino all’ultimo passaggio.
Vivi e morti si sono riuniti in questo testo per celebrare una giovane ragazza buona, generosa e vivace; donna e infine spirito. Paula.

Poesia (scritta nel marzo 2005 (inedita)
di Giuseppina Gombini
Carissima Isabel, sono una assidua lettrice; alterno la saggistica alla narrativa, amo i romanzi storici e ho letto diversi tuoi libri (La casa degli spiriti, Ritratto in seppia, La figlia della fortuna, D’amore e ombra, La somma dei giorni, Paula); naturalmente non mi fermerò qui, mi ripropongo di leggere anche gli altri. Mi piace il tuo modo di scrivere, mi fa sentire dentro le storie che racconti. Paula non lo ho ancora terminato, ma credo di essermi sentita particolarmente vicina all’evento più tragico che una madre può vivere; la cosa più innaturale è quella di perdere un figlio. Qualche anno fa anche io ho avuto una paura terribile di perdere la mia unica figlia. Il caso ha voluto poi risparmiarmi questo dolore. Mi sono sentita dentro il tuo vissuto accanto a tua figlia, che, pagina dopo pagina, ho imparato ad amare.
Voglio inviarti allegata a questo scritto, una mia poesia scritta nel 2005, nel periodo in cui ho vissuto quella amara esperienza. E’ una poesia ancora inedita. Mi piacerebbe conoscere il tuo parere e vorrei anche poter avere con te una corrispondenza. Ho qualche anno più di te, ho pubblicato due libri di poesie e ne ho pronto un terzo dal titolo “Quale umanità”, dai forti contenuti sociali. Se avrò una tua risposta, ne sarò felice e farò in  modo di farti avere le mie pubblicazioni.
Anche se non ti conosco personalmente, ti invio un grande abbraccio assieme alla mia ammirazione per te come donna e come scrittrice.
Solitari pensieri nudi di sole
traghettano l’anima anzitempo
nelle scure vie impervie del male,
l’infida valle pervasa di brughiera
dove bui s’intrecciano i rimpianti
e taciti… immutabili i ricordi.
Sul destino di questo bizzarro mondo
nascono fiori aridi e terribili
spinosi nel cuore i sentimenti
che dolcissime albe, dalla notte
ancora avvolte di nebulose nostalgie,
riportano nel cuore corrusco della vita.
Ed io attendo sul prato di ginestre
ma tu, incredibile, non giungi.
Per prenderti la mano ti raggiungo,
e dalla tua rassegnata indifferenza
mi porgi in cambio petali e sorrisi
– logora vita, mia anima, mio tutto! –
che hanno l’amaro sapore di un addio.
Approdo il mio sentore al nettare
purissimo, tenera culla dei tuoi sogni,
profumata nebbia avvolge il tempo
inerte, passato invano, e acuto dolore
aggredisce quel che resta del mio io.
Grido nel sole lontano dalla vita,
calore implorando per questo tuo abbandono
– tenue illogico sentore innaturale –
che la mia essenza vada infine
ad irrigare di salubri lacrime le terra
ove i giochi di bimba possano trovare
spazi e tempo nella vostra dimensione.

– 2 –

Prendimi luna, nella notte degli oblii,
il nettare di vita porta negli abissi
– neri spazi dell’universo ostile e stanco –
ove riposare e gli occhi miei di madre
coloreranno fiori nella felice via
dei miei innocenti traditi sogni.

Muchas Gracias Isabel del alma mia!!!! eheh, di Matteo
Questa lettera la indirizzo direttamente a Isabel,
Sono Matteo un ragazzo di 20 anni di Milano, Isabel volevo farti sapere che sei fantastica e che ogni volta che leggo una riga di qualunque dei tuoi libri sogno e mi innamoro, avrei voluto scrivere la lettera in spagnolo ma ho appena iniziato a studiarlo e non volevo fare figuracce… Isabel sei fantastica e prego la feltrinelli di farmi sapere quando sarai in italia per una conferenza per poterti incontrare e ringraziare di persona. Ps: Zorro l’inizio della leggenda è favoloso.

Inés dell’anima mia di Claudia Novelli
Le recensioni che ho appena letto sintetizzano in modo efficace ed esaustivo la sorprendente carica evocativa dei libri di Isabel Allende. Non avrei altro da aggiungere. Eppure, non riesco a sottrarmi all’urgenza di scrivere la mia!
Quando sentii per la prima volta il nome di questa autrice, ero una ragazzina romantica davanti all’ennesima proiezione di “La casa degli spiriti”! Di leggere il libro neanche  a parlarne: “un’interminabile tirata incapace di competere col film!”, sospettavo. Anni dopo, lessi “D’amore e d’ombra”. Nel libro ci entrai gradatamente, ma restai talmente scombussolata e gonfia di commozione che promisi di avere chiuso con la Allende! Tempo un paio di giorni e già avevo cambiato idea. Sentivo un languore, come una mancanza. I libri che leggevo mi respingevano in superficie, non mi trascinavano dentro! Ormai, avevo sperimentato e ceduto ad un’esperienza emotiva che non riusciva ad essere riprodotta se non ricorrendo a quel nome! Mi gettai su “Paula”. Scelta alquanto azzardata: stavolta sentii di essere parte della famiglia! Da allora la malia non si è spezzata. Leggo il libro di un diverso autore e torna il languore: devo assolutamente alternarne un altro della Allende! Così, ho scoperto anche il suo irresistibile senso dell’umorismo, la fantasia incendiaria, il modo originale di prendere la vita e cucirla sul proprio spirito… e poi tanto e tanto altro! Per questo spero che non si stanchi mai di raccontarci storie esotiche e selvagge, né tanto meno di farci sbirciare nella vita della sua ingarbugliata e irresistibile “tribù”!
Ho appena finito di leggere “La somma dei giorni” e credo di poterlo incoronare come uno dei migliori della sua produzione!  Infatti, dopo “Paula”, dopo “Il mio paese inventato”, “Eva Luna” e compagnia bella, tornavo sempre a chiedermi che fine avesse fatto Willie: quanto di lui potesse esserci in Gregory Reeves, o come Isabel stesse reagendo alla perdita di Paula: chissà se l’aveva più sognata, se aveva ricevuto qualche messaggio dal suo mondo di spiriti!? E l’inossidabile coppia della mamma e dello zio Ramon..? E Nico con la sua ciurma di figli ..?
Insomma, quest’ultimo libro mi ha tolto un mucchio di soddisfazioni!
Infine, non posso che dire: Isabel continua a “scriverci”…!!!!
Cari Saluti.

Inés dell’anima mia
dal blog di Marilena Genovese – www.marilenagenovese.it
Confesso con sommo rammarico di aver letto soltanto ora, a distanza di due anni dalla data di pubblicazione, il libro de Isabel Allende, Inés dell’anima mia. Con sommo rammarico per via della somma di emozioni che la figura indomita e coraggiosa di Inés Suaréz, è in grado di suscitare.
C’è di tutto in questo libro poderoso. La tematica del viaggio, per cominciare: dalla città di Plasencia, piccolo paese dell’Estremadura, di cui è originaria la protagonista, alle profonde vastità dell’oceano, al Nuovo Mondo con le sue città esotiche, seducenti e temibili allo stesso tempo.
Come tacere le descrizioni relative alla città di Cuzco, “ombelico dell’impero inca, città sacra dove gli uomini possono parlare con le divinità”? Dei suoi abitanti con vistosi abiti colorati e delle loro credenze, usi e gerarchie spazzate via dai conquistatori spagnoli? E come tacere la vastità del deserto di Atacama, delle valli del Cile, distese tra le montagne e i vulcani, dei suoi abbondanti fiumi, delle sue coste scoscese, delle sue onde spaventose e le acque fredde, dei suoi boschi fitti e profumati, delle sue colline infinite?
C’è poi, un dettagliato affresco storico della società del XVI secolo. Una società pia e bellicosa, in cui lotta per il potere e sentimento religioso coesistono come, forse, in nessun’ altra epoca.
La rievocazione del sacco di Roma del febbraio del 1527, una sorta di orgia senza fine, proseguita per settimane, è assolutamente raccapricciante nella sua esatta ricostruzione e veridicità.
C’è, per continuare, la tavolozza dei sentimenti alla quale la Allende dimostra di saper ricorrere con grande maestria. L’autrice spazia, infatti, dall’amore fanciullesco di Inés per Juan de Málaga, a quello travolgente per Pedro de Valdivia, a quello rassicurante e maturo per Rodrigo de Quiroga.
A tutto ciò si aggiunge il merito di aver restituito la giusta importanza storia alla figura di lnés, il cui ruolo nella conquista del Cile è quasi passato sotto silenzio.
«Io racconto la storia della Conquista attraverso Inés, per mezzo degli occhi di Inés – ha dichiarato la Allende -. Scrivendo il libro ho immaginato di essere Inés. La parte inventata, immaginata del libro è il mio calarmi nei panni di una donna del Sedicesimo secolo, la parte reale è la ricerca storica. Tutto ciò che racconto nel libro ha una base storica».
E se quanto elencato sino ad ora non fosse sufficiente ad incoraggiare la lettura di questo testo si potrebbero aggiungere la capacità e il talento della scrittrice di descrivere i personaggi, mai stereotipati, ma colti e restituiti nella loro essenza fatta di contraddizioni: ora fragili ora coraggiosi, ora placidi ora furiosi, ora capaci di perdonare ora di macchiarsi dei crimini peggiori.
Un capolavoro destinato a diventare un classico, qualora non lo fosse già.

La somma dei giorni
Alessandra
Carissima Isabelle Allende
mi chiamo Alessandra e da anni leggo i suoi libri; mi interruppi anche io dopo quello dedicato a Paula, perché non la riconoscevo più  nei suoi scritti del dopo dolore. ora dopo Il mio paese inventato sto leggendo La somma dei giorni che voglio godere sino all’ultima parola essendo , secondo il mio modesto parere, uno dei più bei libri da lei scritti. Mi ha talmente emozionato che me lo porto con me da leggere anche nella sala d’attesa quando vado dal medico, a tal punto da farmi scoppiare a piangere davanti ad un nugolo di pazienti che mi hanno guardata atterriti… devo dirle che in lei ho sempre trovato una donna di notevole forza ed emotività , di gran creatività  e di animo originale..oltre al fatto di portare sempre nei suoi scritti storie di donne ricche delle loro sensibilità  e cuore. Con questo voglio ringraziarla per tutte le emozioni che mi regala, che mi ha già  regalato e che mi regalerà  coi suoi prossimi scritti e per aver fatto conoscere a tutto il mondo il cuore delle donne.
Con stima ed affetto

La somma dei giorni
Adelaide
Ho letto l’ultimo libro di Isabel Allende “La somma dei giorni” e per me è stato come se una vecchia amica fosse venuta a trovarmi. Non si può leggere questo libro senza conoscere gli altri romanzi della scrittrice cilena, ci si ritroverebbe un po’ spaesati, anche se lei è bravissima a catturare l’animo del lettore. Ma per chi conosce “Paula”, “Il piano infinito” o “La casa degli spiriti” è come
continuare una storia iniziata tempo prima, come aggiungere delle tessere mancanti per completare il mosaico umano di questa donna che ha la grande capacità di far sentire i lettori partecipi della sua complessa storia. Ne “La somma dei giorni” Isabel racconta di ciò che avvenne, all’interno di quella che non è solo una famiglia allargata ma una piccola tribù vera e propria, dopo la morte della figlia Paula.
La Allende e la sua tenace, a volte invadente, forza d’animo con cui fa da matriarca a figli, nuore, figliastri e nipoti e di tutte le vite vorrebbe tenere le fila. Ma ogni membro della sua famiglia la sorprenderà con un’altra forza, quella della vita stessa che si rivela sempre imprevedibile e sfuggente all’umano desiderio di darle una precisa forma. Non è solo grazie alla sua autoironia che la Allende non ne viene fuori come un’ impicciona impossibile da tenere a bada, c’è la sua sensibilità, o meglio la sua sensitività, che la rende invece una donna verso cui si prova grande stima. Una madre che, dal dolore per la morte della giovane figlia, ha tratto qualcosa di buono creando una fondazione per aiutare donne e bambini in gravi difficoltà. La lettura del libro scorre sotto gli occhi attraverso immagini suggestive e dense, ogni parola porta con sé il senso di una vita che ha ancora molto da raccontare, tanto che sotto la parola fine dell’ultima pagina è sottolineato un “per il momento”, che la dice lunga. E meno male.

La somma dei giorni
Mara Casotto

Intenso come una poesia, profumato come una rosa, vibrante come le note di una musica, immenso come le montagne, mozzafiato come un paesaggio.
La somma dei giorni
Laura Canal

Ieri sera ho finito di leggere il libro suddetto; mi  è talmente piaciuto che la commozione finale ha prevalso, fino al punto di farmi sgorgare le lacrime….. Isalbel si è confermata la mia scrittrice preferita; ho letto tutti i suoi libri e ogni volta i sentimenti veri che emergono dai suoi testi non fanno altro che confermare la personalità solare, con tutte le sue sfumature, di una donna degna di essere chiamata tale.

La somma dei giorni
Gaia
Leggo i romanzi di isabel allende da dieci anni. ogni volta che ne comincio uno vengo letteralmente rapita dalla storia, dai personaggi e, soprattutto, dal modo in cui isabel riesce a coinvolgermi e a farmi sentire parte integrante del racconto. ogni suo libro mi lascia qualcosa e mi fa apprezzare sempre di più questa fantastica donna. li ho letti quasi tutti, ma il mio preferito è senza dubbio “la casa degli spiriti”; è il primo libro di sabel che ho letto, ed è grazie ad esso che mi sono “innamorata” della sua scrittura. L’ultimo “la somma dei giorni” mi è piaciuto particolarmente perchè mi ha fatto scoprire molte cose sulla sua vita e sulla sua famiglia. desidero fortemente incontrarla e spero che un giorno questo possa accadere.

La somma dei giorni
Roberto
Ciao a tutti, ho 37 anni. Ho da poco terminato la lettura di La somma dei giorni, e come per Paula, l’ho trovato toccante molto intimo. La prima volta che lessi Paula, rimasi colpito emotivamente, perche’ lo scrivere in prima persona d’una persona cara che non c’e’ piu’, ricordarla, nei momenti belli ed anche in quelli drammatici, e’ come farla comunque vivere ancora. La somma dei giorni l’ho apprezzato molto, perche’ anche in questo libro, i riferimenti a Paula , inevitabilmente non possono mancare. Ora,vi spiego perche’ questi 2 libri contano molto per me… Da quasi un paio d’anni anch’io ho perso una persona a me molto cara e, credetemi, provare a scrivere di questa perdita m’ha alleviato un po’ il dolore che ho dentro me stesso,che a volte e’ davvero troppo. Con calma pero’, quando scrivo e rileggo cio’ che scrivo, e’ invece una liberazione,riuscendo a mettere me stesso su dei fogli di carta, ricordando sopra tutto, fa si che stia emotivamente molto meglio. Di questo mio sollievo, ringrazio con tutto il cuore mio Isabel. Esempio e maestra di vita.

La somma dei giorni
Teresa e la sua  Mamma
Ormai sequestrata da qualche giorno sul divano dalle righe dell’ultimo libro, in ogni momento che rubo al lavoro, alle esigenze quotidiane,ignorando il resto della famiglia che reclama finalmente un pasto decente…, quantomeno caldo, mi interrompo di tanto in tanto solo per attaccarmi al telefono con mia madre, con cui condivido il gusto di commentare i racconti della Nostra, e solo quello, che per il resto di solito ci si accapiglia! Mi sento anch’io parte di quella tribù che l’attornia e metto da parte l’atmosfera che si respira nel libro per sfruculiare su internet e avere la conferma che le facce dei Suoi cari sono esattamente come le ho immaginate o, meglio, come Lei è riuscita a farmele percepire. Detto questo, desidero che mi rendiate partecipe di eventuali iniziative che eventualmente realizzerete riguardo la mia amata Autrice, di cui tengo quasi tutti i libri sul mensolone che sovrasta la testata del mio letto, insieme a quelli di Gabriel Garcia Marquez e che periodicamente torno a leggere, con immutato godimento, e pur tuttavia con sorpresa rinnovata, come se Costoro si riservassero di volta in volta di concedermi un’emozione nuova, un particolare fino ad allora sfuggito.
Una irriducibile lettrice, ma soprattutto Sua ammiratrice

La somma dei giorni
Antonella
Cara Isabel,
scusami se mi permetto di rivolgermi a te in maniera confidenziale, ho appena finito di leggere il tuo ultimo libro, “La somma dei Giorni”, mi ha talmente travolto positivamente, che mi sento anche io menbro della tua grande e bella famiglia.
Sono una donna che sta per compiere 49 anni, sono vedova da 2 anni, ho una figlia bellissima di 17 anni, ed è il più bel regalo e la prova del grande amore di mio marito.
Ho sofferto e sto soffrendo ancora tantissimo, l’ho conosciuto nel 1975 ed ho trascorso con lui gli anni più belli della scuola, della gioventù spensierata e gli anni della maturità.
Ci siamo amati tantissimo, lui non voleva figli perchè aveva paura del futuro della società, o perchè chi lo sa, forse in cuor suo aveva sentore di non veder crescere un figlio negli anni più belli. Poi la mia testardaggine e il mio amore, lo ha ammorbidito e quindi abbiamo avuto nostra figlia nel 1991 Martina.
Isabel sono stata molto forte, ho creduto nella vita ho dato coraggio e esempio di vita e fiducia nel futuro a mia figlia e a tutta la mia famiglia. Certo c’è stato un momento in cui sono crollata, ma ho pensato subito che non potevo permettermi tanto e, con l’aiuto di uno psicologo sono riuscita a tovare una via d’uscita.
Ho conosciuto anche un uomo meraviglioso, Maurizio, che come il tuo Willie mi ama così come sono, per la mia forza di volontà, per la mia fiducia nella vita, come mamma, come compagna e come donna in genere. Dal bianco e nero ho ricominciato a vedere a colori.
Ti ammiro, credo comunque come te, che gli spiriti dei nostri cari ci accompagnino nel cammino della nostra vita.
Ovviamente non posso paragonare il tuo dolore per Paula, con il mio,…. un figlio che viene a mancare è una tragedia che non può essere descritta, è un dolore che non ha fine.
Il mio, piano piano si assopirà, rimarrà una malinconia per non aver  più potuto condividere le gioie e la vita di nostra figlia.
Ti stimo come donna, come madre, nonna, amica, figlia, sei la mia scrittrice preferita e ti chiedo di continuare a scrivere per tutti noi, oltre che per te.
Le ultima parole del tuo libro, “La somma dei giorni”, sono bellissime, io sono fiera e orgogliosa di essere donna, amare la vita, gli uomini della mia vita, mia figlia, perchè solo con l’amore dato e ricevuto la vita vale la pena di essere vissuta.
Ciao ti voglio bene

La somma dei giorni
Alessia Rocco
La magia di Isabel mi ha rapita ancora. Leggere le sue parole è come partecipare ad un incantesimo e tutto assume un colore nuovo, un sapore di mestizia e di ironia che mi rimane addosso come profumo o il ricordo di un viaggio che non vorresti finisse mai. Grazie Isabel.

La somma dei giorni
Lucia Favero

Carissima Isabel, quanto mi piacerebbe averti come amica! Hai una ricchezza interiore formidabile. Sono anni che cerco di scrivere un libro. Quando ti leggo capisco che forse non ci riuscirò mai. Sei unica!!! Riesci a descrivere le emozioni in un modo così chiaro , vero e addirittura tangibile scatenando stati d’animo che ci ricordano cos’e’ il senso della vita. Sto leggendo “La somma dei giorni” e mi dispiaccio già al pensiero di quando lo finirò, come tutti i tuoi libri  del resto. E’ un vero peccato lasciarli. Un abbraccio davvero affettuoso…
Ho terminato “La somma dei giorni”. Il tuo ennesimo capolavoro. L’ho chiuso e appoggiato sul comodino con le lacrime. Lacrime dolci e amare! Quanto impegno e quanta sofferenza  per rivivere gli avvenimenti della tua vita e riuscire a trasferirli a noi lettori-lettrici in modo magistrale. La tua autenticità oltre ad essere commovente è preziosa perche’ sempre più rara. Grazie per tutte le emozioni che mi regali con ogni tuo libro. Sii fiera di te stessa, solo da un animo delicato attento e profondo possono uscire  tante cose così forti e belle. Che cuore grande! Ti abbraccio.
Lulù

La somma dei giorni
Sofia Bertolino

Ho 38 anni e sono di Palermo, Sicilia… quella lontana terra di cui tua nuora Lori ha qualche goccia di sangue… Ho letto tutti i tuoi libri, e già dalla “Casa degli Spiriti”, ho intuito di aver trovato la mia autrice preferita. Stamattina ho finito di leggere “La somma dei giorni”. Inutile dirti che diventi una specie di droga….Appena comincio a leggerti non riesco a fermarmi…Le due, le tre di notte…ma il desiderio di andare fino in fondo è troppo grande! Volevo ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me…Hai raccontato la tua vita e quella delle persone a te più care ed hai scavato nelle vostre anime facendo sì che, anche ad una donna lontana anni luce da te, dessi la possibilità di riflettere sui dolori della vita, della perdita (ho pianto tanto per Paula), e della rinascita…Facendo sì che lo spazio ed il tempo si annullassero per diventare tutti quanti (i lettori) parte della tua tribù… Grazie Isabel, ti voglio tanto bene.

La somma dei giorni
Giulia Celletti

Ho appena terminato di leggere “La somma dei giorni” e già mi manca. Grazie Isabel per avermi fatto di nuovo entrare nell’atmosfera magica  del tuo mondo. La lettura dei tuoi libri è stata la mia  cura, nei periodi più bui della mia vita. Grazie.

La somma dei giorni
Federica Fornelli

Finalmente a casa ed in silenzio! E’ qualche settimana che non ho tempo per me, ed è splendido ritrovare una sorridente Isabel in salotto, o meglio il suo libro.
Quest’ultimo mi ha dato la forte sensazione di ritrovarmi con un’amica che non vedo da tempo, nella tranquillità del tempo sospeso  e comodamente accoccolato sul divano. Gli orologi sembrano essere usciti di casa e così il solo tempo che rimane è quello per ascoltare il viaggio di un’amica, o meglio la rilettura del viaggio della vita di Isabel.
Ogni volta che scrive le sue esperienze, prendono sempre più corpo, senso ed acquistano serenità, trasmettendo così il senso compiuto delle mille esperienze di ogni giorno nella complessità del disegno sottile del destino di ognuno.
Sono sempre stata convinta che le persone veramente muoiono, nell’attimo in cui non le viviamo, sentiamo, ricordiamo più nel quotidiano e non per forza con lo sguardo velato di pianto.
Isabel me lo dimostra, vive Paula nel quotidiano, la trasmigra agli altri, rendendo il suo passaggio terreste immortale e fondamentale per la “tribù”.
Ho finito il libro a notte fonda, e mi ha lasciato un sorriso  dolce sulle labbra.
Bentornata caleidoscopica Isabel, già nuovamente partita per un’altra tappa! 🙂

La somma dei giorni
Silvia Tabone
I libri di  Isabel sono da ormai 15 anni degli appuntamenti fissi per incontrami con questa donna.
Immagino che sia l’amica del cuore di molte lettrici (pur non avendola mai incontrata).
“La somma dei giorni” mi ha regalato altre ore di piacevole compagnia (con Isabel) , ore di riflessione, ore di  analisi . Questa grande scrittrice riesce a trasformare qualsiasi avvenimento in una pagina di emozioni , io non so scrivere sono una ragioniera e con le parole “non ci so fare” e quindi questa mia recensione sarà sicuramente cestinata.
La sua tribu’ mi tiene compagnia da tempo, soprattutto mi aiuta a vedere chiaro nella mia  vita .
La vita di Isabel Allende è “grande” perche’ lei è GRANDE , con il suo spirito ,il suo coraggio. Il coraggio di affrontare tutto e tutti senza mai abbassare la testa e senza mai provare vergogna, riuscendo a mettere questa vita (… che è poi uguale a tante altre) in parole e a regalare ai lettori grandi momenti .., momenti di confronto anche con la propria coscienza.
La differenza è lei… poche donne si battono per tenere tutto in piedi come fa lei , io lo so perché anche la mia Piccola vita non è stata semplice , come lei ho dovuto fare delle scelte di coraggio.
Quello che ancora non ho capito e mi fa paura è la forza di  SOPRAVVIVERE  alla morte della figlia, ci ho pensato tanto e io sinceramente senza la mia piccola “ragazza” che mi ha dato tanta forza fino ad ora , non so se ce la farei.
Grazie Isabel

La somma dei giorni
Teresina Vincenzi

In questo libro carico di emozioni, si percepisce il senso proprio della famiglia, della condivisione delle gioie e dei dolori. L’importanza della presenza costante, direi indispensabile di tutte le persone che
fanno e hanno fatto parte della vita di Isabel Allende. Gioie, dolori, allegria, tristezza si mescolano in un’unica danza: LA VITA. Il racconto lascia addosso la certezza che la vita va vissuta, presa, lasciata a volte, proprio così come viene. Ogni avvenimento, ogni istante, ogni persona rappresenta per noi linfa vitale.
Grazie dell’opportunità che mi avete dato.

La somma dei giorni
Silvana Longobardi
Lettura molto piacevole perché Isabel possiede il dono dell’affabulazione. Strutturato come un diario, sembra però più una raccolta di piccole novelle dove non manca il tocco umoristico o tragico che eleva il racconto.
Non è possibile, comunque, paragonarlo ai suoi primi capolavori come “La casa degli spiriti” o “D’amore e d’ombra” poiché è assente la struttura del grande romanzo.
Ciò nonostante “La somma dei giorni” entra di diritto a far parte dell’universo magico dei personaggi e delle storie che Isabel regolarmente ci regala e che spero continui a regalarci ancora per tanto,tanto tempo.
Grazie Isabel

La somma dei giorni
Maria Katia Piersanti
Gli anni passano discreti, in punta di piedi, beffandosi silentemente di noi….sono anni di pensieri quelli che Isabel Allende narra nelle pagine del suo ultimo libro. Anni di cambiamenti, di decisioni, di scoperte, di conquiste. Parla alla figlia Paula, sua musa e sua confidente spirituale, cosa è successo dalla sua morte fino a quel momento, ma in realtà è a se stessa che parla, alla ricerca un filo al quale ricondurre la sua vita perché ha paura di perderne anche solo un frammento. Nelle pagine appare una donna vera che si racconta tramite storie e personaggi e che parla direttamente al cuore, senza veli, senza misteri, con la voglia di non tenersi dentro più nulla perché la pietra che ha nel cuore inizia a pesare troppo.
Quella che scrive è una Isabel moglie, madre, amica, immersa nella sua tribù di personaggi nei quali ognuno può identificarsi…Tabra, amante appassionata della solitudine ma alla continua ricerca del compagno della sua vita; Sabrina e tutti gli altri bimbi, ognuno a suo modo attaccato alla vita e alla ricerca di un senso per le cose; Nico, figlio e padre che ricostruisce la sua vita piano piano; Willie, compagno attento e fedele, più tutte le presenze essenziali ma mai protagoniste che lievitano nelle storie come Panchita, Zio Ramòn, le Sorelle del Perpetuo Disordine.
Lo sfondo sembra essere sempre lo stesso, la grande casa nella quale si riunisce la tribù, perché è da lì che partono i ricordi, i pensieri, prendono forma le emozioni, è li che vivono e vegliano gli spiriti che Isabel si porta dietro dal Cile.
La scrittura è semplice e fluida, brillante e divertente, scorre nella lettura e rende subito chiare le storie. In pochi tratti delinea cose e persone, storie, riflessioni, luoghi: tanti piccoli schizzi che poi riempiono la tela e creano il quadro completo. E il disegno non è che la vita, somma di giorni crudi, sereni, felici, comunque, ognuno, indimenticabile. Ogni giorno porta con se un segreto, e deve essere colto, capito, inserito nel passare del tempo come un nuovo tassello in un disegno che si completa pian piano.

La somma dei giorni
Nunzia Della Ragione

Il mio rapporto con i libri in generale e con quelli di Isabel Allende in particolare, si basa inizialmente sui sensi: prima la vista e poi il tatto e l’odorato. Solo alla fine, quando ho deciso che quello sarà il prossimo libro che leggerò, subentra la piacevole attesa di immergermi nella sua lettura. Da quell’istante i miei tempi si allungano, diventano momenti di dolce isolamento, di intime emozioni e di silenzi “rumorosi”. Questo preambolo mi serve per dire che per me leggere un libro in un determinato spazio di tempo, non mi permette di assaporare totalmente tutto ciò che quel libro mi può dare.
L’opportunità di avere La somma dei giorni prima della sua uscita ufficiale, mi è stata data da una persona, che a mia insaputa, ha raccolto l’invito della Feltrinelli e ha inviato la mail di richiesta. Il libro mi è arrivato subito e subito l’ho incominciato a leggere per tenere fede a un impegno, tralasciando così il “cerimoniale” di cui parlavo prima. L’ansia di non terminare la lettura nel tempo stabilito mi ha tolto l’abitudine di tornare indietro di qualche pagina per capire meglio o solo per il piacere di rileggere frasi che mi avevano colpito.Comunque l’ho finito! E’ bellissimo!Le persone della tribù che popolano le pagine de La somma dei giorni ti vengono incontro con naturalezza, è come se facessero parte della tua “somma dei giorni”, perché la penna fluida dell’autrice riesce a mettere in evidenza i loro pregi e difetti che, ti accorgi, sono anche i tuoi e delle persone che ti circondano. La scrittrice si mette continuamente in discussione, in ogni pagina, e parla di sé con una notevole autoironia che ti permette di soffermarti su te stessa e sulla tua capacità o meno di affrontare lo scorrere del tempo e di tutto quello che la vita ti riserva ogni giorno.
I lettori di Isabel Allende ritroveranno nei vari capitoli i motivi e le circostanze per i quali ogni 8 gennaio l’autrice ha iniziato a scrivere gli altri libri, dopo Paula, e questo li porteranno, secondo me, a riprendere in mano quei libri anche solo per sfogliarli e rivivere ancora una volta la magia di cui quelle pagine sono intrise.
Mi hanno colpito molto le parole scritte nell’ultimo capitolo; parole che ho riletto con calma per assaporarle tutte (erano le ultime e, come sempre, per ogni libro, allungo di più il mio tempo di lettura per non lasciarlo).
In quelle pagine la scrittrice trova il coraggio di riconoscere che ormai era tempo di smetterla di vestire “l’armatura di amazzone e cacciatrice di draghi” e di diventare la dolce principessa che viene salvata dal suo eroe a cui chiede rifugio, protezione e pace, finalmente.
Mi rendo conto che questa non è assolutamente una recensione, ma sono le mie emozioni, le mie sensazioni e quello che è riuscita a darmi la lettura di questo nuovo libro di Isabel Allende.

La somma dei giorni
Sonia Gastaldi

Per descrivere il nuovo libro di Isabel io userei la parola: Umanità.
Umanità intesa sia come l’insieme di tutti gli esseri umani (presenti e passati), che la condizione umana. L’insieme è nel racconto della storia della sua tribù dal suo anno zero, la morte di Paula; mentre l’umanità è il suo essere donna straordinaria che vive l’ordinario d’ogni essere vivente fatto di sentimenti, lavoro, passioni, gioie e dolori.
E la vita continua, ti scava dentro, ma non ti spezza, se trovi nella forza dell’amore lo scopo per continuare a vivere, alimentando nel ricordo l’incontro continuo con i tuoi cari.
Isabel racconta la sua vicenda umana, dopo il distacco più crudele, quello di un genitore dal figlio, innaturale e straziante, e la sua storia è la storia di ogni madre, indipendentemente dal ceto sociale, dalla cultura, alla posizione economica, ogni donna sente quel che Isabel racconta.
E non solo madri, ma anche figli, mogli, mariti, amici che devono congedarsi in fretta dagli affetti più cari, sentono il desiderio di sfuggire a un dolore tanto forte, di aver un segno per continuare, di raccontarsi per mantenere vivo quel filo che unisce la nostra umanità all’eternità.
Isabel, in questa splendido libro è la donna dei sogni, della vita, delle paure, delle gioie, delle tristezze, delle difficoltà, dei successi, di ieri, di oggi, di domani. Passando i diversi ruoli di madre, moglie, nonna, figlia, amica, scrittrice e tanti altri, ci invita a vivere con passione la vita, nonostante tutto, perché si compia, come è avvenuto per lei, un miracolo d’amore per tutta la “somma dei giorni” e … oltre.
Per non dimenticare, si scrive, si legge, si vive il presente attimo dopo attimo, perché l’eternità è nell’amore e nella vita vissuta con coraggio.
Magico, umano, unico, un piccolo/ grande vademecum per la vita.

La somma dei giorni
Stefy Ventra

La somma dei giorni, un’ideale continuazione di Paula, un racconto di sé in cui all’autrice i conti finalmente iniziano a tornare. La vita di Isabel Allende, da lei stessa definita “melodramma”, fornisce indubbiamente spunti in abbondanza per scrivere, a questo si aggiunge la bravura della narratrice e la marcia in più che, proprio malgrado, possono vantare coloro che hanno sofferto e che vivono lo scrivere di sé come una sorta di terapia. Molto minore è il pathos, rispetto al precedente diario, “Paula” appunto, ma le situazioni sono chiaramente imparagonabili ed inoltre non è da dimenticare il fatto che le pagine poi pubblicate sotto il nome della figlia defunta erano nate come esercizio privato. Il nuovo diario sembra, a tratti, un tenero modo per informare la figlia dei fatti a cui non ha potuto assistere, seppure sua madre la ritenga una presenza guida per tutta la famiglia. “La Somma dei giorni” stupisce per la capacità di autocritica di Isabel e anche per l’emergere di alcuni lati della sua personalità che non s’immaginerebbero facilmente, come quello di suocera impicciona.
Infine l’amore, un amore maturo e lentamente conquistato, cui la stessa Isabel dichiara di arrendersi. Come Ercole, dopo aver portato vittoriosamente a termine decine d’imprese, Isabel si abbandona all’incontrollabile forza di Venere.
Un diario vivo, ricco di colori, di odori, di presenze magiche che il lettore giunge ad avvertire intorno a sé. Unico limite: difficile comprenderlo davvero senza aver letto “Paula”, “La casa degli spiriti”, “Il mio paese inventato” e “Il piano infinito”. Il primo per chiare ed evidenti connessioni, il secondo ed il terzo perché Isabel, come ognuno di noi, è frutto della sua storia, il terzo per varie ragioni, soprattutto per quanto colpisce la frase, in esso contenuta, rivolta dall’autrice all’attuale marito: “Il seguito lo conosci già, perché lo abbiamo vissuto assieme”. Proprio il suo vivere insieme a Willie è il filo condittore dell’ultima opera, perché, nonostante vengano narrati intrecci riguardanti decine di persone appartenenti alla “tribù”, è sempre a ciò che ha detto Willie, a ciò che pensa Willie, alla reazione di Willie, che l’autrice torna.
Grazie Isabel per l’ennesima emozione aggiunta al piano infinito di ognuno di noi.

La somma dei giorni
Josette Isabella
Ho appena finito di leggere l’ultimo libro di isabel…
vorrei solo che le arrivasse il mio grazie! ho trascorso una giornata splendida in compagnia sua e della meravigliosa tribù che la circonda.
Domani sarà lunedi, lo affronterò con sorriso e speranza. Di nuovo grazie,  baci.
p.s. paula però resta sempre il mio libro preferito, anche la mia nipotina di quasi sette anni si chiama così.
La somma dei giorni
Angela
Un titolo definitivo, il bilancio di una vita piena, eccitante, avventurosa, dolorosa, faticosa, impegnativa, fantasiosa ed incredibile. La vita di una donna che non si è mai arresa di fronte alle prove a cui è stata sottoposta, anzi proprio per questo una donna assolutamente vittoriosa fin dal principio.
Grazie, Isabel, perché mi fai volare ancora molto in alto. E grazie anche ad Elena Liverani, una splendida traduttrice.